LE APPARIZIONI MARIANE
CON
MARIA
di
Massimo Craboledda
Erano quasi le tre del pomeriggio. Buio e tenebra ricoprivano la
terra mentre lagonia del Crocifisso volgeva verso la fine. Grande
buio anche nel cuore di Giovanni che, con coraggio, era salito
insieme alla Madre fino ai piedi della Croce ed ora vedeva morire
il Maestro, chiudersi unesperienza straordinaria, senza una
luce di speranza, poiché ancora non era in lui la prospettiva
della risurrezione (Gv 20,9). Anche il centurione romano,
incaricato di vegliare sullesecuzione della condanna,
avvertiva uninsolita inquietudine che lo avrebbe portato,
di lì a poco, ad unaperta confessione della personalità
sovrumana di Gesù (Mc 15,39). E Maria? Chi mai potrebbe
permettersi di entrare nel mistero del suo Cuore in
quellora grave? Totalmente unita alla volontà redentiva
del Figlio, più che mai serva del Signore, trafitta
da quella lancia che tanti anni prima il vecchio Simeone aveva
profetizzato (Lc 2,35), il suo atteggiamento non è
affatto quello angosciato dei nostri «compianti»: prevale in
lei il coraggio di una presenza affettuosa, che non ha bisogno di
lamenti e di lacrime per manifestare la condivisione della
sofferenza. È ancora una volta una energia «femminile», che
non si esprime in interventi operativi esteriori, ma proprio per
questo ha unefficacia più intensa e più sostanziale
(G. Biffi, Maria nel disegno del Padre).
Donna, ecco il tuo figlio!
.Ecco la tua madre! (Gv
19,26-27). Nel supremo testamento della Croce Gesù non si limita
ad un atto damore per la madre, preoccupandosi di non
lasciarla sola e senza difesa, né semplicemente ad offrire una
luce al buio di Giovanni, il quale ha già una madre,
anchessa lì presente insieme ad altre donne che assistono
alla crocifissione (Mt 27,56). Nellaffidare Giovanni a
Maria Gesù sancisce, piuttosto, secondo il costante insegnamento
della Tradizione, la maternità di Maria nei riguardi di tutti
gli uomini, di tutti e di ciascuno. Un dono che
Cristo stesso fa personalmente ad ogni uomo, scrive
Giovanni Paolo II nellenciclica Redemptoris Mater,
osservando che la maternità determina sempre ununica
e irripetibile relazione fra due persone, della madre col figlio
e del figlio con la madre.
Quando diciamo di avere una madre nei cieli, non esprimiamo,
quindi, un sentimentalismo devozionale, né unautosuggestione,
né una metafora. Sulla parola di Gesù, infallibilmente
interpretata e trasmessa dalla Chiesa, Maria è veramente madre,
nellordine della Grazia, di ogni uomo verso cui si rivolge
la missione del Figlio. Questa «nuova maternità di
Maria», generata dalla fede, è frutto del «nuovo» amore che
maturò in lei definitivamente ai piedi della Croce, mediante la
sua partecipazione allamore redentivo del Figlio
(così ancora Giovanni Paolo II nellenciclica citata). Ed
il Concilio Vaticano II non esita a ribadire, citando S. Agostino,
che Maria è veramente madre delle membra (di Cristo)
perché
cooperò con la carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa, i
quali di quel Capo sono le membra (Lumen gentium,
n. 53).
Lo si è già accennato attraverso le parole del Papa (ciascun
figlio è generato in modo unico ed irripetibile), ma giova
ripeterlo e, penso, meditarlo a lungo nel cuore: tale rapporto di
tenerezza materna di Maria è personale e specifico per ogni uomo.
Non si può non sentire una gioia profonda e commossa.
Levangelista Giovanni aveva già preparato la consacrazione
della maternità universale di Maria sotto
In questo modo Maria accompagna da duemila anni il cammino della
Chiesa. Una presenza costante, assidua, discreta, di un valore
inimmaginabile. Quanto deve ognuno di noi e lumanità nel
suo insieme allintercessione della Vergine? Ora questa
presenza ha assunto molte volte aspetti straordinari: sono le sue
apparizioni, interventi che il suo Cuore, angosciato per la
nostra sorte, ottiene dal Divin Figlio perché il messaggio e
laiuto ci giungano in modo più diretto ed immediato. È
certo, infatti, che ogni apparizione di Maria è, per così dire,
autorizzata e benedetta dal Cristo.
Le apparizioni ed i segni miracolosi che sovente le accompagnano
non sono materia di fede, nulla aggiungono alla Rivelazione. Vi
è, quindi, piena libertà di accettarle o di trascurarle. Sembra,
tuttavia, un po contraddittorio professare fede nella
Chiesa e non accettarne il giudizio quando essa sancisce, con la
prudenza e lautorità di cui è investita, la
soprannaturalità di qualche evento. Ma un atteggiamento
aprioristicamente critico non è, forse, anche segno di una
scarsa comprensione del mistero di Maria, se non della
presunzione di confinare lagire libero di Dio, il suo
disegno di salvezza, entro i nostri schemi?
A partire dal prossimo numero su questo bollettino ci
soffermeremo sulle apparizioni della Madonna, raccontandone
alcune e riflettendo sui messaggi che Essa ha voluto indirizzarci.
Ci atterremo al giudizio della Chiesa, scegliendo fra quelle che
hanno in qualche modo avuto un riconoscimento di autenticità.
Alcune sono molto note, altre poco conosciute, ma vedremo pulsare
in tutte un immenso Cuore di Madre e, forse, sentiremo un
po di più quanto siamo amati.