Il
Magistero di Benedetto XVi
IL
COMPENDIO DEL CATECHISMO
A
cura di Maria Carla Papi
Parte
prima II Sez.:
Dal
Cap. III (
Per
riprendere lanalisi del Compendio, affrontando il Credo,
è venuta quanto mai opportuna questa omelia di Benedetto XVI che
avremo il piacere di leggere in due puntate.
«'Chi crede non
è mai solo'
La fede ci riunisce e ci dona una
festa. Ci dona la gioia in Dio, la gioia per la creazione e per
lo stare insieme.
Ma che cosa crediamo in realtà? Che
cosa significa: credere? Può una tale cosa di fatto ancora
esistere nel mondo moderno? Vedendo le grandi 'Somme' di teologia
redatte nel Medioevo o pensando alla quantità di libri scritti
ogni giorno in favore o contro la fede, si è tentati di
scoraggiarsi e di pensare che questo è tutto troppo complicato.
Alla fine, vedendo i singoli alberi, non si vede più il bosco.
È vero: la visione della fede comprende cielo e terra; il
passato, il presente, il futuro, l'eternità e perciò non
è mai esauribile. E tuttavia, nel suo nucleo è molto semplice.
Il Signore, infatti, ne parla col Padre dicendo: 'Hai voluto
rivelarlo ai semplici a coloro che sono capaci di vedere
col cuore' (cfr Mt 11,25).
In questa visione
si dimostrano due cose: la fede è semplice. Crediamo in Dio
in Dio, principio e fine della vita umana. In quel Dio che
entra in relazione con noi esseri umani, che è per noi origine e
futuro. Così la fede, contemporaneamente, è sempre anche
speranza, è la certezza che noi abbiamo un futuro e non cadremo
nel vuoto. E la fede è amore, perché l'amore di Dio vuole 'contagiarci'.
Come seconda cosa possiamo
costatare: il Credo non è un insieme di sentenze, non è una
teoria. È, appunto, ancorato all'evento del Battesimo ad
un evento d'incontro tra Dio e l'uomo. Dio, nel mistero del
Battesimo, si china
sull'uomo; ci
viene incontro e in questo modo ci avvicina anche tra noi.
Perché il Battesimo significa che Gesù Cristo, per così dire,
ci adotta come suoi fratelli e sorelle, accogliendoci con ciò
come figli nella famiglia di Dio stesso. In questo modo fa quindi
di tutti noi una grande famiglia nella comunità universale della
Chiesa. Sì, chi crede non è mai solo. Dio ci viene incontro.
Incamminiamoci anche noi verso Dio e andiamo così gli uni incontro
agli altri! Non lasciamo solo, per quanto sta nelle nostre forze,
nessuno dei figli di Dio!»1
__________________
1DallOmelia
di Benedetto XVI a Regensburg 12/09/2006 v. anche www.donboscoland.it/articoli
- Langolo di Benedetto XVI
ef
33.
Che cosa sono i Simboli della fede? 185-188; 192,197
Sono
formule articolate, chiamate anche «Professioni di fede» o
«Credo», con cui
34.
Quali sono i più antichi Simboli della fede? 189-191
Sono
i Simboli battesimali. Poiché il Battesimo viene dato
«nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19),
le verità di fede ivi professate sono articolate in riferimento
alle tre Persone della Santissima Trinità.
35. Quali sono
i più importanti Simboli della fede? 193-195
Essi sono il Simbolo
degli Apostoli, che è l'antico Simbolo battesimale della
Chiesa di Roma, e il Simbolo niceno-costantinopolitano, frutto
dei primi due Concili Ecumenici di Nicea (325) e di
Costantinopoli (381), ancora oggi comune a tutte le grandi Chiese
d'Oriente e d'Occidente.
IL CREDO
Questo
antico mosaico della basilica romana di san Clemente celebra il
trionfo della Croce, mistero centrale della fede cristiana. Si
può osservare la fioritura lussureggiante di un cespo di acanto,
dal quale si diramano i numerosissimi girari che si estendono in
tutte le direzioni, con i loro fiori e i loro frutti. La
vitalità di questa pianta è data dalla croce di Gesù, il cui
sacrificio costituisce la ri-creazione dell'umanità e del cosmo.
Gesù è il nuovo Adamo che, con il mistero della sua passione
morte e risurrezione, fa rifiorire l'umanità, riconciliandola
col Padre.
Attorno al Cristo
sofferente ci sono dodici bianche colombe, che rappresentano i dodici
apostoli. Ai piedi della croce, ci sono Maria e Giovanni, il
discepolo prediletto:
«Gesù,
vedendo la madre e lì accanto il discepolo che egli amava, disse
alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al
discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il
discepolo la prese nella sua casa.» (Gv 19,26-27).
In alto si sporge
la mano del Padre, che offre una corona di gloria al suo Figlio
vittorioso della morte con il suo mistero pasquale.
Alla base della
pianta c'è un piccolo cervo che combatte il serpente del male.
Da questa pianta,
che rappresenta l'albero della redenzione, scaturisce una
sorgente di acqua zampillante, che da vita a quattro rivoli, che
simboleggiano i quattro vangeli, al quale si dissetano i fedeli,
come fanno i cervi alle sorgenti di acqua viva.
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Il Mosaico si
può ammirare nellabside della BASILICA DI SAN CLEMENTE, Roma
ef
Chi
fosse interessato a mantenersi aggiornati sul Magistero del Papa,
può andare sul sito del Vaticano www.vatican.va, oppure
su www.ratzinger.it:
il sito si chiama Gli amici di Ratzinger
o ancora su www.ratzingerbenedettoxvi.com/discorsi.htm