IL
CAMMINO CONTINUA
!
a
cura di Annetta Ventura
In questo spazio, questanno,
ci saranno degli estratti tratti dalle riviste di Azione
Cattolica.
Questo mese è stato
scelto un articolo sulla preghiera che dovrebbe accompagnare le
nostre giornate. Ne abbiamo particolarmente bisogno, oggi,
soprattutto per non scordare coloro che non possiamo più vedere
e per ritrovare in Dio la continuità di vita che non
si spezza.
Non dimenticarmi!
di Simone Esposito1
Oggi, mi è balenato
nella mente un passo della prima lettera di Paolo ai Tessaloncinesi,
ai quali lapostolo raccomandava Pregate
incessantemente (1 Ts 5, 17)
Incessantemente
è un avverbio impegnativo. A qualunque azione lo si
applichi porta fatica, chiede costanza, vuole libertà. E pare
proprio che viviamo nellera dellincessantemente:
incessantemente in movimento da unoccupazione
allaltra, incessantemente interconnessi nel villaggio globale,
incessantemente preoccupati di non fermarsi mai, perché, recita
ladagio, chi si ferma è perduto
Ma la preghiera.
Quella no. Anche volendo, non cè posto: tutto esaurito,
come alle prime a teatro, come ai concerti allo
stadio. Daltra parte, come si fa a pregare incessantemente
mentre la vita ci scorre addosso, senza fermarsi mai?
Eppure gli antichi
monaci ci credevano: Non ci è stato prescritto
scrive Evagrio Pontico di lavorare, vegliare,
digiunare, sempre; mentre ci è stata data la legge di pregare
incessantemente?
Ma come?
Chiaramente, bisogna
intendersi su che cosa significhi pregare.
Ecco il segreto,
nascosto nellazione, e non nellavverbio. E se è
irrealizzabile una preghiera continua fatta di formule, è invece
possibile una sintonia costante con il Signore, una preghiera
come atteggiamento del cuore.
San Basilio sa dircelo
in maniera strepitosa: pregare senza sosta è mantenere la
memoria di Dio in mezzo alle cose umane.
Quando, per tramite di
Paolo, il Signore ci chiede di pregare incessantemente, ci sta
domandando semplicemente di non dimenticarlo mai. Come accade
nelle più belle , e vere, storie damore. Non dimenticare
di vederlo in carne e ossa nella vita degli altri. Non scordarsi
nemmeno per un istante che stiamo camminando nel suo
progetto, che stiamo percorrendo le sue strade, che tutto si
somma e si comprende nel suo amore per noi.
Ecco, allora è
possibile, senza distinzioni, vivere e pregare insieme,
accordando nella lode le labbra e le mani, il canto e il passo,
lascolto e lo sguardo. Al ritmo del respiro, come faceva il
pellegrino russo degli omonimi Racconti, che lungo il suo
cammino aveva meditato proprio il versetto di Paolo.
Nella notte cè
un silenzio che non è silenzio: basta chiudere gli occhi per
sentire che, anche se oggi non ti sei sempre ricordato di lui,
Dio non si è mai scordato di te.
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1Vice presidente
nazionale del settore giovani di AC, Nuova responsabilità,
settembre 2006