LENTO
È BELLO
di
Maria Carla Papi
Questo è il
titolo di un paragrafo del libro Ozio, lentezza e nostalgia
di Cristoph Baker che ho acquistato durante lultima
domenica missionaria in parrocchia dedicata ai Comboniani.
Ho trovato in
questo libro lelogio alla lentezza, alla pigrizia e
allozio visti, questi ultimi, non con laccezione
negativa dei nostri tempi, ma con il significato filosofico del
nobile otium . In questottica anche la vituperata
pigrizia viene rivalutata se si riempie il tempo pigro con il
rumore di una goccia, col sorriso di un bimbo, con il passo
felpato di un gatto, col sapore di un fiocco di neve, col
silenzio rotto dal canto di un usignolo
Dice il Qoelet , (4-13):
Ho
osservato anche che ogni fatica e tutta labilità messe in
un lavoro non sono che linvidia delluno con
laltro. Anche questo è vanità e un inseguire il vento.
Meglio una manciata con riposo
che due manciate con fatica.
Meglio
un ragazzo povero ma accorto,
che un re vecchio e stolto
che non sa ascoltare i consigli.
È,
la nostra, unumanità che vive nel mito della velocità:
persino il parlare è diventato veloce: le annunciatrici e i
giornalisti dei TG pare che non respirino e abbiamo frasi di
questo genere:
..
il feretroèstatoaccoltoalluscitadaunafollacommossaTotti- e
con questo voltiamo decisamente pagina harilasciatoquestaintervista
Tempi
veloci per un mondo sempre più veloce e, analizza Baker,
lumanità è sempre più veloce e sempre più arrabbiata.
Infatti
come non essere arrabbiati se non si ha il tempo di guardare se
cè il sole o some è fatto un filo derba da vicino?
Corriamo
per la carriera, per il lavoro, per avere lauto del vicino,
per fare una vacanza esotica (e magari lasciarci la pelle!), per
fare la spesa, per fare sport
Ma
anche gli sport non sono più gli stessi: adesso vanno di moda
quelli estremi, meglio spataccarsi a 250Km orari con lo snowboard
che scendere con lo slittino o fare le palle di neve!
E
la spesa?! La gente diventa matta con la spesa! Ho unamica
con tutti i figli sposati, che è rimasta sola. Al massimo deve
fare il pranzo una volta alla settimana quando la famigliola si
riunisce.
Eppure,
corre come unassatanata a tutte le offerte di tutti i Supermercati!
Neanche dovesse sfamare un esercito! Infatti poi torna con i
pacchettini di carne in offerta, risparmiando qualche centesimo
di euro al kilo, perdendo un mucchio di tempo, pagando in stress
e benzina molto più del piccolo sconto sui prezzi della
costoletta. E pensare che il macellaio sotto casa ti taglia la
bistecchina su misura: magari al chilo costerà qualche centesimo
in più, ma la qualità è sicura e la quantità è quella che mi
serve (senza dover prendere il vassoione famiglia che poi o lo
congelo o va a male). In realtà dal macellaio spendo meno,
perché oltre a tutto non devo
anticipare i soldi che invece dò al supermercato
sulla quantità in più che prendo.
E
poi cè la bancarella del mercatino dellortofrutta:
lì posso acquistare anche solo due o tre foglie di bietola, o di
verza e, un pugno di fagiolini per il minestrone
(e non
vassoi e vassoi di polistirolo
) senza contare la bellezza
di girellare oziando fra le bancarelle, senza
rumori, senza musica e offerte allettanti. Sotto il sole o sotto
la pioggia che canta sullombrello un giro al mercatino
della Piazzetta è un momento di relax: alla fine è bello
rifugiarsi nel bar latteria dellArgentina, che subito mi
dice Ciao! Hai sete o vuoi un caffettino? e mi
offre il caffè o il crodino, mentre ci scambiamo due chiacchiere
su figli e nipoti.
Dal
lattaio, dal macellaio, dal fornaio, dal fruttivendolo se voglio
posso dire: Ho finito i soldi, passo lunedì e loro
Tranquilla, anche sabato! Non venga apposta, eh!
Lento
è bello: ma bisogna riuscire a rifiutare un doppio lavoro,
rinunciando ad una macchina nuova, per avere il tempo di portare
al parco i figli. Rinunciare ad una carriera e quindi alle
vacanze allestero: sulle nostre coste ci sono ancora
posticini più che abbordabili.
Bisognerebbe
imparare a rinunciare al week end parola odiosa che sta
per fine- settimana-vacanzereccio e starsene in panciolle
a casa, a leggere un bel libro (quanti viaggi si possono fare
leggendo!) o magari leggere un saggio sul bello della lentezza, o
stare sdraiati per terra a fare le costruzioni coi bambini e più
tardi, oziosamente, uscire tenendoli per mano, ritrovare la
meraviglia delle loro scoperte e concludere la
giornata con un cono gelato della baracchina, guardando senza
invidia, ma con bonaria compassione, gli automobilisti in fila
che nervi a fior di pelle, sudati e strombazzanti
tentano di tornare a casa, dopo due giorni dinferno spesi a
inseguire una felicità che alla fine è divenuta
miraggio!