di
Maria Carla Papi
E così scorrono le
generazioni.
Ignudi vengono al
mondo e ignudi tornano alla terra da cui sono stati plasmati.
«Dalla polvere sei stato tratto e
nella polvere tornerai».
Tutto ciò che
aveva forma nellinforme.
Tutto ciò che era
vivo, ecco, ormai deceduto,
tutto ciò che era
bello ecco adesso la difformità della desolazione.
Però io non muoio
del tutto,
quel che in me è
imperituro permane!
(Da
Trittico romano Apocalypsis Giovanni Paolo II)
Arrivò fra
noi come un vento gagliardo, in quella sera dottobre, e
subito, su tutti, le sue parole passarono come una carezza
scherzosa fra i capelli di un bambino e scompigliò gli animi e
accese i sorrisi anche sulle labbra più incerte.
Cera sempre
il vento. ogni volta che Giovanni Paolo II si soffermava su
qualcosa di importante: cera vento nel Messico, a Cuba, e
nella Valle dei Templi, quando pronunciò il terribile monito
alla mafia: Con-ver-ti-tevi! Un giorno verrà il
giudizio di Dio!
Il vento lo accompagnava ovunque, il
mantello si gonfiava, la veste fluttuava
Anche
nellAntico Testamento quando cè vento Dio è
presente: Elia sente un soffio silenzioso e sottilissimo, ed è
Dio. Nicodemo di notte va da Gesù, e Gesù gli parla del vento
che soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove
viene e dove va.
Uno dei momenti
più struggenti fu quella preghiera di Giovanni Paolo II davanti
alla statua di Maria, in una piazza spazzata dal vento che gli
scompigliava le ciocche candide, mentre ad ogni invocazione
ripeteva: «Liberaci!», gridando con la passione di un
figlio che vuole ottenere ascolto dalla madre.
Il giovane vento
gagliardo è divenuto pian piano un soffio sottile, ma tenace e
persistente.
Lo Spirito Santo
lo accarezzava, custodendolo, proteggendolo e chissà, forse
scherzava un po con lui quando le colombe bianche
chissà perché, non volevano mai librarsi in volo, ma
rientravano dalla finestra, si posavano sul suo capo, facendo
sorridere le sue labbra stanche, quasi fossero a casa propria
Cera il
grido, allinizio: la parola detta a voce alta e con le mani
alzate. Poi piano piano la voce si è stemperata, attenuata.
Inizia il viaggio interiore del Pontefice oltre il proprio
corpo. La voce si fa sottile ma il Papa è completamente
presente, completamente incarnazione. La sofferenza stessa - la
sua sofferenza - e il suo costante accenno al soffrire e al
morire (vale la pena... vale la pena soffrire...)
danno significato alla sua visione del servo sofferente, del servo
dei servi che dona senza ricompense, riacquistando forza in
questo penare e donare.
È la preparazione alla morte, che Giovanni Paolo II ha vissuto
in prima persona, quasi volesse mostrarla e mostrare per questa
via che è possibile a ciascuno morire con questa forza
nellanimo integro. Da dove gli veniva quella forza speciale?
La chiave era forse nel suo continuo dire parole e scegliere
gesti fuori programma, fuori dalle regole, senza avere paura.
È stato il suo
avvicinare ogni uomo come se lo conoscesse da sempre, perché è
luomo, la creatura di Dio, che lui, come Cristo
veramente suo Vicario ha messo al centro del suo messaggio.
È stato il suo dire e muoversi che hanno parlato
direttamente alle varie nazioni e alle varie religioni, come se
tutti già fossimo al punto in cui il tempio non è visibile,
perché ormai è in ciascun uomo. Queste parole e questi gesti
fuori norma erano ricorrenti in Giovanni Paolo II: ecco
allora il Papa che solleva i neonati con naturalezza, se li
abbraccia, se li coccola, come se non avesse fatto altro nella
vita (come non rievocare limmagine di Gesù attorniato dai
bambini che gli adulti vogliono allontanare e per i quali rievoca
una filastrocca?) Ecco ancora il Papa che ritma i canti dei
giovani, prima in piedi, poi con il bastone roteante e poi già
malato, dalla poltrona, con le braccia alzate a fare la ola«.
Negli anni ancora gagliardi, vi fu un incontro
stupefacente, che sconvolse i cerimonieri attenti ai tempi
fiscali del programma costringendoli a sorridere. Al
Madison Square Garden, a New York, il Papa si era sentito
talmente in sintonia con i giovani del nostro tempo e con le loro
abitudini e le loro musiche rock che per più di due minuti
canticchia e mugula gioiosamente con loro, come in un dialogo di
suoni che solo tra coetanei è comprensibile. E poi alla fine
dellincontro che lui stesso chiamò: «Un momento
carismatico», annuncia alla giovane immensa platea,
ammiccando soddisfatto e complice: «We shall destroy the program»
- Distruggeremo il programma, le regole fisse.
Accadrà di nuovo, quando il Papa è ormai molto anziano e molto
stanco, alla celebrazione della Via Crucis nel
E come se avesse
detto: la morte non la subisco, quello che credete un vuoto io lo
vivo già oggi come pienezza. Il mio dialogo non è con la morte
ma soltanto con Gesù, e questo distrugge completamente il
«programma» della morte e la vincerà.
Il 14 settembre
Seno
di bosco discende
Se
vuoi trovare la sorgente,
devi
proseguire in su, controcorrente.
Penetra,
cerca, non cedere
Tu
lo sai, dovrebbe essere qui, da qualche parte
Sorgente,
dove sei?
Dove sei, sorgente?!
La voce di
Giovanni Paolo II si fa sottile, fino a svanire, mentre la mano
con dolore e rammarico batte nervosa sul leggio e la gente
accoglie quel gesto, quel messaggio
messaggio ancora più
muto, nellultima apparizione del mercoledì prima della
morte. Bianco, fragile ed etereo, vuole, vorrebbe parlare, ma la
sua bocca dolorosamente socchiusa, resta senza suono
La
piazza, il mondo tutto, palpitano silenziosamente, sotto il cielo
velato. Lombra nera della finestra cattura pian piano la
bianca figura
Ecco lultimo guizzo bianco del capo:
un attimo
Non lo vedremo mai più.
Come Cristo,
tutta la sua vita è unimitazione di Cristo. E come Cristo
cercheranno di etichettarlo, di incasellarlo: papa della
sofferenza, dei giovani, della pace, del dialogo,
dellunione cristiana, della famiglia ecc. ecc., ma egli è
stato tutto questo e ancora di più, e solo nel TUTTO del suo
messaggio annunciato fino allo struggente silenzio del suo corpo
stanco, solo in quel TUTTO cè
Il vento poi
torna, torna forte, gagliardo e impertinente con le vesti rosse
dei cardinali che celebrano le sue esequie.
Liberato dal
giogo della carne sofferente, ora Karol Wojtyla è lì e
sorride nel cuore di tutti. Maria,
Spira forte il
vento sulla Piazza, sfoglia veloce le pagine del Vangelo posato
sullumile bara. Poi un colpo improvviso volta anche la
pesante copertina, Il libro rosso si chiude, fisso sul cuore di
chi lha tanto amato.
Il Cardinale Ratzinger,
per oltre ventanni al suo fianco, conclude commosso la sua
omelia: Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa
sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci
benedice. Sì, ci benedica, Santo Padre. Noi affidiamo la tua
cara anima alla Madre di Dio, tua Madre, che ti ha guidato ogni
giorno e ti guiderà adesso alla gloria eterna del Suo Figlio,
Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
Il vento dello Spirito già sapeva chi avrebbe preso il timone
della barca di Pietro e Karol Wojtyla, gli occhi vivi e radiosi, sorride
benevolo e divertito, guardando al nuovo timoniere e scruterà
lorizzonte, per prevenire con le sue suppliche gli
inevitabili marosi. Il futuro Benedetto XVI, ha detto di lui: Chi
lo ha visto pregare, chi lo ha sentito predicare, non potrà
dimenticarlo mai più
Lasciatemi
andare presso il Padre ha detto ai medici, rifiutando
un inutile ricovero. In noi resterà inciso per sempre nel cuore
il sorriso di Giovanni Paolo II, la sua voce, il suo sguardo, i
suoi passi sempre più lenti, il suo incamminarsi sempre più
spedito verso lEternità nella luce e nella gloria del
Signore, da lui tanto amato.
Seno di bosco
discende
Questo ritmo mi
rivela Te ,
Verbo
Primordiale
Di fermarmi qui,
acconsenti
Consentimi di
fermarmi al varco
Il varco che un
mondo trapassa attraverso luomo
È dello stupore
la soglia
Ed era
solo col suo stupore
«Fermati!
in me hai un porto,
in me cè
quel luogo dincontro
col Primordiale
Verbo» -
«fermati,
questo trapasso ha un senso,
ha un senso
ha un senso
ha un senso!»
(Trittico Romano Stupore)