UNA VECCHIA STORIA
di Maria Carla Papi
Facevo la seconda media commerciale e a dicembre seppi che nella pagella del primo trimestre avrei avuto un bel 2 in stenografia, materia che non mi andava giù come la matematica dove avrei avuto un voto non superiore a 4!!!
Mio padre era lontano e la mamma mi allevava cercando di fare il meglio, controllando compiti (era maestra), controllandomi gli orari di rientro casa-scuola che a quei tempi (più di quarantanni fa!) erano molto rigidi. Io mi confidavo con la nonna materna che viveva con noi ed era un po mia complice. Però cerano cose che non si potevano rimediare con una confidenza come una brutta pagella del primo trimestre! Mia mamma era severa e si avvicinava il Natale: certo avrei potuto aspettare larrivo della pagella dopo le vacanze e nascondere in qualche modo i voti dei compiti in classe, ma come affrontare le feste con quel peso sul cuore? Come godersi i regali sapendo la verità che avevo nascosta? Idea! Lunica strada era far leva sullamore materno! Per esempio, far prendere uno spavento alla mamma riguardo alla mia salute così che la brutta pagella andasse in secondo ordine.
Risparmiai i soldini della merenda e comprai una scatola di fiammiferi di legno e un bel giorno, dopo aver chiesto il permesso allinsegnante, andai in bagno con un foglio da disegno. Lidea era semplice: sapevo che nellantibagno, in un angolo cera sempre un bel mucchio di segatura (che si sa è fatta col legno), perciò bastava che prendesse fuoco per fare un bel falò. A occhio e croce mi pareva che non ci fosse rischio di bruciare altro perché nel bagno cerano solo piastrelle e lavandini, ma non credo daverci pensato molto . Come da progetto, presi il mio bravo foglio da disegno, presi la scatola di fiammiferi che tenevo nella tasca del grembiule nero, ne accesi uno e lo avvicinai alla punta del foglio tenendo la fiamma verso il basso come facevamo a casa quando dovevamo accendere le fascine di legna dolce per avviare la stufa economica. Quindi appoggiai il foglio sul mucchio di segatura e filai via come il vento, tornando in classe. Pochi istanti e una compagna chiede il permesso di andare a sua volta in bagno. Dentro di me pensai che era troppo presto, accidenti, forse il falò non era ancora abbastanza grande da far chiamare i pompieri e quindi tutta la messinscena rischiava di andare a pallino Se fosse bastata una secchiata dacqua di un bidello, non potevo certo spaventare mia madre. Però, pensavo, forse per precauzione ci mandano a casa e allora
Ma la storia prese tutta unaltra piega. La bambina, entrata in bagno trovò un foglio sbruciacchiato con una piccola fiammella che andava esaurendosi e chiamò la bidella: il fatto è che la segatura (usata a quei tempi per pulire i pavimenti) era bagnata, perciò non solo non aveva preso fuoco, ma aveva smorzato anche il foglio, lasciandolo quasi intero. Io daltronde ero corsa via col cuore in gola, lasciando tutto al caso Sentii del trambusto nei corridoi e la porta dellaula si aprì: quando tanti occhi si puntarono su di me, pensai velocemente: come fanno ad essere sicuri che sia stata io? La prova era nel mio nome sul foglio da disegno!!!
Il preside mi trattenne a scuola e rintracciò mia madre, telefonando allunico vicino di casa che a quei tempi aveva il telefono. Arrivò trafelata e, vedendo che stavo bene, ebbe una reazione nervosa e se la prese col preside: "Ma perché mi ha fatto correre così: neanche avesse bruciato la scuola!" e lui, guardandola con un po di sospetto rispose: "Proprio così!"
Naturalmente a casa non finì a tarallucci e vino, ma con debiti castighi (sganassoni, sospensione del Corrierino e del Monello e facce serie fino a Quaresima).
Ripensandoci ora capisco che fui fortunata, perché io volevo solo fare un focherello con la segatura per poter dire a casa che c'era stato un principio d'incendio, ma se l'incendio avesse causato danni seri io sarei stata più colpevole? Allora però non c'era la TV a ingigantire e drammatizzare tutto, ma se ci fosse stata per quanto tempo sarei rimasta marchiata? Ora è ovvio che divenuta ormai mamma e nonna capisco benissimo i rischi dellincoscienza. Ma non bisogna trasformare dei ragazzi incoscienti in delinquenti.
Quei liceali che volevano allagare la scuola, non sono certo peggio di me che volevo fare un falò in bagno! Non sono peggio di quelli che negli anni settanta telefonavano il giorno del compito di matematica e con voce contraffatta avvertivano: "Cè una bomba a scuola!" E per quel giorno il compito era sgamato. In fondo è sempre la stessa vecchia storia
Sono strani i media, è stata suonata la grancassa per quegli stupidotti e non per quel branco di delinquenti che, capeggiati da un ragazzo albanese, in una scuola a Rimini hanno pestato uno studente e stanno intimorendo tutti i compagni con atteggiamenti da capi camorra.
Lasciamo stare allora le solite sicumere sulle colpe dei genitori dei ragazzi che hanno tappato quattro lavandini per allagare la scuola! Ne ho visti di genitori che si credevano delle perle col dito puntato a criticare altre famiglie e che poi si sono trovati con dei figli più disgraziati di quelli degli altri. Mia madre non mi aveva certo allevata con il guanto di velluto, eppure anchio ho fatto la mia bravata! Non era certo colpa di mia mamma se avevo la coscienza sporca per aver studiato poco e aver raccontato bugie nonostante i serrati controlli! Ma chissà quante bravate, dimenticate per opportunismo, mai scoperte, o finite bene per pura fortuna sono nel curriculum dei tanti lapidatori!
Molti si sono scandalizzati perché i ragazzi hanno avuto solo 15 giorni di sospensione, una signora, nel Forum aperto da Avvenire sul caso, addirittura chiedeva lespulsione a vita da tutte le scuole dItalia, un altro scrive: "Io sarò troppo crudele e sanguinario, ma si meriterebbero solo frustate". Ancora un po e chiedono la testa! E a Giovanni Brusca che esce in permesso nonostante tutti gli ergastoli, alla faccia dei famigliari di Falcone e Borsellino, cosa dovremmo fare? Credo che occorra riportare le cose alle giuste proporzioni. Credo che certi fatti non dovrebbero neanche passare in TV e che le responsabilità debbano essere gestite dalle Istituzioni e dalle famiglie.
Fortunatamente molte sono le voci che si sovrappongono al coro cattedratico, ironico, allarmistico e pessimistico, per niente cristiano e comunque pedante e non costruttivo. Voci che chiedono di smorzare i toni e di avviare un discorso rieducativo, che può prevedere anche una punizione restrittiva. Sì perché ci vuole severità e ricostruzione. Chiediamoci anche, perché no? - lo ha fatto unaltra pacata voce nello stesso Forum - come mai un semplice travaso dacqua dai lavandini ha creato tanto danno? Cè qualche problema nella costruzione delle strutture? A regola doveva allagarsi il pavimento e al massimo inumidire un po i muri dato che nel bagno ci sono delle bocchette di sfogo, quindi lacqua non si alza più che pochi centimetri.
Quei giovani, pur se liceali, sono - come molti adolescenti - ancora immaturi e sono convinta che - come hanno detto - volessero solo allagare i pavimenti così, mentre si provvedeva ad asciugare, si superava quel giorno fatidico e quel compito. Non credo sia il caso di trattarli da terroristi. Per questo ho raccontato la mia prodezza di 45 anni fa! Io me la cavai con un sette in condotta (oltre la ramanzina del Preside e le bacchettate di mia mamma!).
I ragazzi avranno già preso un bello spavento e le famiglie, che fra laltro dovranno pagare i danni, non credo saranno tenere. Ed è giusto così.
Bene ha fatto il Preside a dare una sospensione corta, io li avrei costretti ad andare a scuola il doppio, magari anche durante lestate. Però ci vorrebbero soldi per gli insegnanti Ma questa è una chimera!
Cerchiamo, tuttavia, di imparare a sfrondare certe notizie da posticce aureole drammatiche e soprattutto non montiamo in cattedra; ricordiamo il fariseo e il pubblicano al tempio: chi preferisce Gesù? Le persone che vorrebbero linciare i ragazzi sono forse le stesse che invocano la pena di morte, che chiuderebbero i delinquenti a doppia mandata buttando la chiave, lasciandoli a pane e acqua dimenticando che il carcere deve essere rieducativo e si deve condurre il carcerato a prendere coscienza dei propri errori.
Non facciamo i sepolcri imbiancati, non tiriamo la prima pietra, evitiamo di criticare il granello nell'occhio del prossimo dimenticando le nostre travi ... Gente, leggiamo di più il Vangelo, ma soprattutto mettiamolo in pratica! Ci vuole rigore morale non moralismo!!!