In breve

 

* Grazie vivissimo a quanti in occasione della “Benedizione Pasquale” nelle famiglie hanno consegnato offerte al parroco per le necessità della Parrocchia.

 

* ROSARI nei cortili” Vorremmo ripetere l’esperienza di trovarci nelle sere di maggio   a pregare il S. Rosario nei cortili delle nostre case. Chi è disponibile ad accogliere lo comunichi quanto prima al parroco.

* LABORATORIO “BOMBONIERE”. Si è attivato in Parrocchia un gruppo di volontarie che, a pro della Parrocchia, confezionano bomboniere  per varie circostanze (Battesimi, Prime Comunioni, Cresime, Matrimoni). Informazioni in Parrocchia

 

LA SETTIMANA  SANTA- IL TRIDUO PASQUALE

 

     L’origine della Settimana Santa è nella liturgia. La liturgia rende possibile al cristiano il rivivere i misteri della vita di Cristo. La vita di Cristo ha un mistero centrale: la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. In questo senso il nucleo centrale della Settimana Santa è il Triduo Pasquale: Gesù Cristo che patisce, muore e risuscita. Essa era chiamata Settimana Maggiore perché tutte le altre settimane dell’anno in essa hanno un punto di riferimento ideale: ciò che è quotidiano, abituale si specchia in qualcosa che viene dall’alto e che dà senso a tutto. La Settimana Santa cade sempre in momenti diversi dell’anno, tra marzo e aprile, sempre in corrispondenza della Pasqua giudaica, fissata nella prima domenica successiva alla prima luna piena di Primavera nell’emisfero nord. Questo è interessante perché ci mostra anche una vita diversa della natura. Dopo il freddo, l’inverno, lo spogliarsi della natura stessa, comincia una vita nuova. E’ una cosa sola con la vita nuova di Cristo che, nel mistero della Risurrezione recupera la sua vita e torna vittorioso.

 

     Il Triduo Pasquale è l'insieme delle celebrazioni che concludono la Settimana santa, in cui si fa memoriale della passione, morte e risurrezione di Cristo. Secondo il Rito Romano, le celebrazioni principali sono:

·       Messa vespertina in "Coena Domini", il Giovedì Santo;

·       Commemorazione della Passione del Signore, il Venerdì Santo;

·       Veglia Pasquale, nella notte del Sabato Santo;

·       Celebrazione della Pasqua, nella giornata della Domenica.

 

    Il Triduo Pasquale, secondo il Rito Romano, ha inizio con i Vespri del Giovedì Santo e si conclude con i Vespri del giorno di Pasqua (cfr. le Norme Generali per l'ordinamento dell'Anno liturgico e del Calendario, Roma, 1969).

    Esso costituisce l'unica celebrazione del Mistero Pasquale di Cristo, ripartita nei tre giorni di Venerdì Santo, Sabato Santo e Domenica di Risurrezione; i Vespri del Giovedì Santo possono essere considerati i Primi Vespri di questa solennità.

    La Chiesa desidera ardentemente che i fedeli partecipino, se lo possono, alle
celebrazioni principali del Triduo Pasquale, perché sono il nucleo più profondo della liturgia della Chiesa, e perciò sono più importanti delle altre devozioni che pure si accompagnano alla liturgia in questi giorni, come le processioni e le Via Crucis.

 

Tuttavia il 1° precetto generale della Chiesa ("Partecipa alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimani libero dalle occupazioni del lavoro", Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 2042) esige solo la partecipazione alla messa della Domenica di Risurrezione o, in alternativa, alla Veglia Pasquale (per intero) il Sabato Santo.

   

    Caratteristica delle celebrazioni citate è che sono organizzate come un'unica liturgia; infatti la Messa in Coena Domini non termina con l'ite missa est, bensì in silenzio; l'azione liturgica del venerdì non comincia con l'usuale saluto e con il Segno della Croce e termina anch'essa senza saluto, in silenzio; infine la solenne veglia comincia in silenzio e termina finalmente con il saluto finale. Il Triduo Pasquale costituisce pertanto un'unica solennità, la più importante di tutto l'Anno liturgico; dal Gloria della messa del Giovedì a quello della Veglia le campane devono stare in liturgico silenzio; anticamente anche gli strumenti musicali dovevano tacere il Venerdì e il Sabato Santo, fino alla Veglia Pasquale, per meglio esprimere il senso penitenziale proprio di questi giorni; per questo molte composizioni di autori antichi per il Venerdì Santo furono scritte per solo coro. Oggi tuttavia è permesso l'uso degli strumenti musicali durante le celebrazioni di queste giornate, anche se solo per sostenere il canto.

   

    Nei giorni del Triduo Pasquale la Chiesa Cattolica invita i suoi fedeli a soddisfare anche il 2° e 3° precetto generale della Chiesa ("Confessa i tuoi peccati almeno una volta all'anno" e "Ricevi il sacramento dell'Eucaristia almeno a Pasqua", dopo la confessione sacramentale, CCC n° 2042); questi precetti garantiscono "un minimo in ordine alla recezione del Corpo e del Sangue del Signore in collegamento con le feste pasquali, origine e centro della Liturgia cristiana" (CCC n° 2042). Tuttavia il precetto di ricevere l'Eucaristia almeno a Pasqua può essere adempiuto, per giusta causa, in un altro giorno del tempo pasquale (cioè tra la Veglia Pasquale e la Pentecoste), sempre premettendo la confessione sacramentale (Codice di Diritto Canonico, canone 920).

     Infine il Venerdì Santo è richiesto a tutti i fedeli con più di 14 anni l'astinenza dalle carni, e ai fedeli tra i 18 e i 60 anni il digiuno ecclesiastico ( CCC n° 2043); la Chiesa considera degno di lode protrarre anche al Sabato Santo il digiuno ecclesiastico e l'astinenza dalle carni, fino alla Veglia Pasquale, ma non ne fa un obbligo per i fedeli.