SE
CI FOSSE UNA EDUCAZIONE DEL POPOLO
TUTTI
STAREBBERO MEGLIO
A
cura di Giovanna Corazza
In
concomitanza con luscita della riedizione del libro Il
Rischio Educativo di mons. Luigi Giussani, una cinquantina di
personalità del mondo della cultura e delleconomia hanno
sottoscritto un appello che ha segnato linizio di una
campagna sul tema delleducazione e della responsabilità
che ne deriva. Ho letto il libro e sono stata molto colpita dal
contenuto per la verità, la profondità e la modalità con le
quali mons. Giussani affronta questo decisivo argomento. Ho
sentito le sue parole così aderenti al mio cuore che non ho
potuto non partecipare alla comunità parrocchiale la
possibilità di riflessione e di verifica che possono scaturire
dalla lettura del libro e dagli incontri e dibattiti in atto.
Sarà mia
premura continuare, in futuro, a riportare articoli, lettere o altro
inerenti a questa importane campagna culturale poiché penso che
veramente ne va del nostro futuro.
ef
«L'Italia
è attraversata da una grande emergenza. Non è innanzitutto
quella politica e neppure quella economica - a cui tutti, dalla
destra alla sinistra, legano la possibilità di "ripresa"
del Paese -, ma qualcosa da cui dipendono anche la politica e l'economia.
Si chiama "educazione". Riguarda ciascuno di noi,
ad ogni età, perché attraverso l'educazione si costruisce la
persona, e quindi la società.
Non
è solo un problema di istruzione o di avviamento al lavoro.
Sta
accadendo una cosa che non era mai accaduta prima: è in crisi la
capacità di una generazione di adulti di educare i propri figli.
Per
anni dai nuovi pulpiti - scuole e università, giornali e
televisioni - si è predicato che la libertà è assenza di
legami e di storia, che si può diventare grandi senza
appartenere a niente e a nessuno, seguendo semplicemente il
proprio gusto o piacere.
E
diventato normale pensare che tutto è uguale, che nulla in fondo
ha valore se non i soldi, il potere e la posizione sociale. Si
vive come se la verità non esistesse, come se il desiderio di
felicità di cui è fatto il cuore dell'uomo fosse destinato a
rimanere senza risposta.
È
stata negata la realtà, la speranza di un significato positivo
della vita, e per questo rischia di crescere una generazione di
ragazzi che si sentono orfani, senza padri e senza maestri,
costretti a camminare come sulle sabbie mobili, bloccati di
fronte alla vita, annoiati e a volte violenti, comunque in balia
delle mode e del potere.
Ma
la loro noia è figlia della nostra, la loro incertezza è figlia
di una cultura che ha sistematicamente demolito le condizioni e i
luoghi stessi dell'educazione: la famiglia, la scuola,
Educare,
cioè introdurre alla realtà e al suo significato, mettendo a
frutto il patrimonio che viene dalla nostra tradizione culturale,
è possibile e necessario, ed è una responsabilità di tutti.
Occorrono
maestri, e ce ne sono, che consegnino questa tradizione alla
libertà dei ragazzi, che li accompagnino in una verifica piena
di ragioni, che insegnino loro a stimare ed amare se stessi e le
cose.
Perché
l'educazione comporta un rischio ed è sempre un rapporto tra due
libertà.
È
la strada sintetizzata in un libro cruciale, nato dall'intelligenza
e dall'esperienza educativa di don Luigi Giussani: Il rischio
educativo. Tutti parlano di capitale umano e di educazione,
ci sembra fondamentale farlo a partire da una risposta concreta,
praticata, possibile, viva.
Non
è solo una questione di scuola o di addetti ai lavori: lanciamo
un appello a tutti, a chiunque abbia a cuore il bene del nostro
popolo.
Ne va del
nostro futuro.»
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Fra i primi
firmatari ne ricordiamo alcuni fra i più conosciuti: Magdi Allam,
vice direttore Corriere della Sera; Pupi Avati, regista;
Maurizio Belpietro, direttore il Giornale; Dino Boffo, direttore
Avvenire; Massimo Calearo, presidente Federmeccanica; Massimo
Caprara, scrittore; Astorri Romeo, preside della
facoltà di giurisprudenza Università Cattolica del Sacro Cuore;
Ferruccio De Bortoli, direttore Il Sole 24ore; Renato
Farina, vice direttore Libero; Andrea Muccioli, responsabile
comunità San Patrignano; Santo Versace, presidente
Gianni Versace spa; Carlo Rossella, direttore TG5 Mediase;
Fabio Alberto Roversi Monaco, presidente Fondazione Carisbo;
Elena Ugolini, preside Liceo Malpighi di Bologna; Stefano
Zamagni, professore di economia politica Università degli
Studi di Bologna; Antonio Polito, direttore Il
Riformista; Davide Rondoni, poeta.