UNA LETTERA PER RIFLETTERE
di Serena Polombito
Ho trovato la lettera, che qui riporto, nellatrio di un palazzetto dello sport di Aosta; mi è piaciuta tanto, che ho chiesto al custode di poterla prendere soltanto per il tempo necessario a fotocopiarla, ma anchegli ci teneva molto e temeva, consegnandomela, di perderla per sempre. Ho insistito, gli ho dato la mia parola che la mattina dopo gliela avrei restituita, ma soprattutto, gli ho promesso che lavrei aiutato a divulgarla e questo è stato largomento che lo ha convinto.
La lettera, indirizzata da un giovanissimo giocatore di basket, al padre, dice:
CARO PAPÀ Lo sai, papà, che quasi mi mettevo a piangere dalla rabbia quando ti sei alzato in piedi sulle gradinate urlando contro larbitro? Io non ti avevo mai visto così arrabbiato! Forse sarà anche vero che lui, ha sbagliato: ma quante volte io ho fatto degli errori senza che tu mi dicessi niente Anche se ho perso la partita "per colpa dellarbitro", come dici tu, mi sono divertito lo stesso!! Ho ancora molte gare da giocare e sono sicuro che non griderai più, larbitro sbaglierà di meno Papà, capisci, io voglio solo giocare, ti prego, lasciamela questa gioia, non darmi suggerimenti che mi fanno solo innervosire:: "TIRAAA", "PASSAAAA", "FAI FALLO!!" mi hai sempre insegnato a rispettare tutti, arbitro ed avversari, e di essere sempre educato e se facessero fallo a me, quante parolacce diresti? Unaltra cosa, papà: quando il "coach" mi sostituisce o non mi fa giocare, non arrabbiarti! Io mi diverto anche a vedere i miei compagni, stando seduto in panchina. Siamo in tanti ed è giusto far giocare tutti (come dice il mio allenatore). E per piacere, insegnami a disfare la borsa dopo lallenamento: non è bello che lo faccia tu al mio posto! E, scusami papà, non dire alla mamma che ho vinto o che ho perso dille che mi sono divertito tanto e basta!! E poi non raccontare, ti prego, che ho vinto perché ho fatto 20 punti, non è vero!! Ho fatto tanti canestri perché il compagno mi ha passato bene la palla, perché ho preso un bel rimbalzo, perché tutti hanno fatto una buona difesa di squadra!! E ascoltami papà, non venire nello spogliatoio al termine della partita per vedere se mi metto la maglietta nel verso giusto. Papà devo imparare da solo e sta sicuro che diventerò grande solo imparando dai miei errori! E lascia portare a me il borsone: vedi? Vi è stampato il nome della squadra ed io voglio far vedere a tutti che io gioco a basket!! Non prendertela papà se ti ho detto queste cose lo sai che ti voglio tanto bene ma adesso è tardi, devo correre al campo per lallenamento. Se arrivo ultimo il mio coach si arrabbierà Grazie e . Ciao! |
Ed ora analizziamola
Non penso sia stata realmente scritta da un ragazzino, che, per le cose che dice dovrebbe avere, secondo me, dieci/undici anni, ma per come le esprime ne denuncia molti di più, penso invece che lautore sia un sagace, intelligente e attento allenatore, di quelli che i salesiani chiamano "alleducatori", perché preparati non solo ad insegnare il gioco sportivo, ma soprattutto a crescere degli uomini, sfruttando anche le regole dello sport. Un allenatore che, essendo stato testimone del comportamento di tanti, troppi, genitori seduti sugli spalti a tifare per i loro figli, ha saputo essere fedele interprete dei sentimenti, che questi atteggiamenti esaltati provocano nei giovani atleti.
Qualche volta varrebbe davvero la pena di filmarli, perché avessero poi loccasione di giudicarsi da soli vedendosi, ma chissà se saprebbero davvero giudicarsi, quel che è certo è che non pensano allesempio che stanno dando ai loro figli e tantomeno allimbarazzo che provocano in loro.
Il genitore, in quel momento, è persona molto diversa da quella che il bambino è abituato a vedere e questo crea sconcerto, così come disorientano, seppure per motivi diversi, i suggerimenti di tirare o passare la palla o quantaltro venga loro in mente di gridare: e se lallenatore avesse dato altre istruzioni? Quali seguire? Nellindecisione passa lattimo fuggente e lazione sfuma.
Il ragazzo più grande sa ignorare la voce del pubblico, ma il bambino, che crede ancora allinfallibilità del padre, non meno che a quella del suo allenatore, facilmente rimarrà fermo, incerto, oppure finirà per scegliere la soluzione sbagliata.
Attraverso i miei figli, sono ormai quasi ventanni che vedo giocare a basket grandi e piccini e posso dire che le partite dei bambini sono sempre uno spettacolo bellissimo, anche quando la qualità del gioco lascia un po a desiderare. Quello è il vero sport! Giocato solo per "giocare e divertirsi", i bambini, infatti, se hanno un bravo allenatore, spesso non danno alcuna importanza al risultato dellincontro, e se qualcuno, più sensibile degli altri, può piangere per il dispiacere di aver perso, un attimo dopo dimentica lacrime e sconfitta, soprattutto se si ritrova a far merenda insieme agli amici, compagni o avversari che siano.
Solo i bambini sono capaci di questa serenità, ma sono i grandi che gliela possono togliere, tenendo un comportamento colpevolmente squilibrato, quando anche assistere alla partita dei figli diventa loccasione per scaricare tensioni e frustrazioni represse.
Lo sport dei grandi vive oggi momenti neri: è inquinato da troppi interessi, per nulla sportivi, è affogato da troppi problemi, che si rincorrono e si aggravano a vicenda, riportarlo nella sua giusta dimensione, ritrovare il suo intrinseco valore non sarà facile, ma salviamo almeno lo sport dei piccoli. E chissà che piccoli atleti, ai quali tutti concordemente abbiano saputo insegnare uno sport che profuma di onestà e lealtà, non possano diventare da grandi, i grandi atleti di un mondo sportivo pulito e risanato.