PARROCCHIA S. GIOACCHINO
40135 BOLOGNA - via d.Luigi Sturzo 42
tel. 0516145385

FESTA DELLA FAMIGLIA 2011

VEGLIA DI PREGHIERA 19 novembre

FAMIGLIA MISTERO DI COMUNIONE


Esposizione del Santissimo Sacramento- CANTO: PREGHIERA DI GESU’ (pag. 49)

Adorazione personale silenziosa ….. rimaniamo qualche minuto con gli occhi fissi sul SS.mo Sacramento qui esposto: riempiendo lo sguardo della luce eucaristica, lasciamo che anche il nostro cuore venga colmato della grazia divina!

Lett: Rilettura in chiave familiare della Parabola del Buon Samaritano (Lc. 10, 29-37) elaborata in una parrocchia di Roma
Da Gerusalemme la famiglia scendeva verso Gerico, scendeva per le vie tortuose e impervie della storia quando, ad una svolta, incontrò i Tempi Moderni. Non erano di natura loro briganti, non peggio di altri Tempi, ma si accanirono subito contro la famiglia, non trovando di loro gusto la sua pace, che rispecchiava ancora la luce della città di Dio. Le rubarono prima di tutto la fede, che bene o male aveva conservato fino a quel momento come un fuoco acceso sotto la cenere dei secoli. Poi la spogliarono dell’unità e della fedeltà, della gioia dei figli e di ogni fecondità generosa; infine le tolsero la serenità del colloquio domestico, la solidarietà con il vicinato, l’ospitalità sacra per i viandanti e i dispersi... La lasciarono così semiviva sull’orlo della strada e se ne andarono...
Passò per quella strada un sociologo, vide la famiglia, la studiò a lungo e disse: ”Ormai è morta!”; e andò oltre. Le venne accanto uno psicologo e sentenziò: “L’istituzione familiare era oppressiva. Meglio così!”. La trovò un prete e si mise a sgridarla: “Dovevi opporti ai ladroni! Perchè non hai resistito meglio? Eri forse d’accordo con chi ti calpestava?”. Passò alla fine il Signore, ne ebbe compassione e si chinò su di lei a curarne le ferite, versandovi sopra l’olio della sua tenerezza e il vino del suo sdegno. Poi, caricatala sulle spalle, la portò fino alla Chiesa e gliela affidò, perchè ne avesse cura, dicendole: “Ho già pagato per lei tutto quello che c’era da pagare. L’ho comprata con il mio sangue e voglio farne la mia prima, piccola sposa. Non lasciarla più sola sulla strada, in balia dei Tempi. Ristorala con la mia Parola e il mio Pane. Al mio ritorno ti chiederò conto di lei”.
Quando si riebbe, la famiglia si ricordò il volto di Dio chino su di essa. Assaporò tutta la gioia di quell’amore e chiese a se stessa: “Come ricambierò per la salvezza che mi è stata donata?” Guarita dalle sue divisioni, dalla sua aridità, dalla sua solitudine egoistica, si propose di tornare per le strade del mondo e di guarire le ferite del mondo.

Sac. Benedetto sei tu, Signore, perché hai creato il cielo e le stelle, il sole, la luna e i colori, la terra e ogni essere che la abita.
Tutti Ma soprattutto benedetto perché hai creato l’uomo e la donna, e hai donato loro l’amore.
Sac. Lodiamo il Signore per questo dono ineffabile che ha donato all’umanità.
Tutti È veramente cosa buona e giusta, o Dio, renderti grazie perché tu hai dato all’uomo il dono dell’esistenza e lo hai innalzato a una dignità incomparabile: nella comunione tra l’uomo e la donna hai impresso una immagine del tuo amore. Così la tua immensa bontà, che in principio ha creato l’umana famiglia, incessantemente la sospinge ad una vocazione d’amore, verso la gioia di una comunione sena fine.
Sac. Riconoscendo la nostra responsabilità e la grandezza della vocazione a cui ci hai chiamato, ci mettiamo in ascolto, o Padre, della Parola di vita che tu ci hai donato.

Lett: Dal Cantico dei Cantici
Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate. Ora parla il mio diletto e mi dice:
Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro.
Il mio diletto è per me e io per lui. Egli mi dice: Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione, le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l'amore nè i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.

TUTTI: (Salmo 127)
Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza.
Beato l'uomo che ne ha piena la faretra:
non resterà confuso quando verrà a trattare
alla porta con i propri nemici.

Lett. Dalla prima lettera di S. Giovanni apostolo
Miei cari, amiamoci gli uni gli altri perché l’amore viene da Dio. Dio ha manifestato così il suo amore per noi: ha mandato nel mondo il suo Figlio, l’Unico, per darci la vita. Dio nessuno l’ha mai visto. Però se ci amiamo gli uni gli altri, egli è presente in noi, e il suo amore è veramente perfetto in noi. Noi amiamo Dio perché egli per primo ci ha mostrato il suo amore. Se uno dice:”Io amo Dio” e poi odia suo fratello, è bugiardo. Infatti se uno non ama il prossimo che si vede, certo non può amare Dio che non si vede. Ma il comandamento che Dio ci ha dato è questo: chi ama Dio deve amare anche i fratelli.

Sac. Dal Vangelo di Matteo (5,13-16)
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

ADORAZIONE SILENZIOSA E PAUSA DI RIFLESSIONE

Lett: Dall’Esortazione Apostolica FAMILIARIS CONSORTIO di Giovanni Paolo II
La Chiesa, illuminata dalla fede, che le fa conoscere tutta la verità sul prezioso bene del matrimonio e della famiglia e sui loro significati più profondi, ancora una volta sente l'urgenza di annunciare il Vangelo, cioè la "buona novella" a tutti indistintamente, in particolare a tutti coloro che sono chiamati al matrimonio e vi si preparano, a tutti gli sposi e genitori del mondo.
Essa è profondamente convinta che solo con l'accoglienza del Vangelo trova piena realizzazione ogni speranza, che l'uomo legittimamente pone nel matrimonio e nella famiglia.
Voluti da Dio con la stessa creazione (cfr. Gen 1-2), il matrimonio e la famiglia sono interiormente ordinati a compiersi in Cristo (cfr. Ef 5) ed hanno bisogno della sua grazia per essere guariti dalle ferite del peccato (cfr. "Gaudium et Spes", 47; - "Insegnamenti di Giovanni Paolo II", III, 2 [1980] 388s) - e riportati al loro "principio" (cfr. Mt 19,4), cioè alla conoscenza piena e alla realizzazione integrale del disegno di Dio.
In un momento storico nel quale la famiglia è oggetto di numerose forze che cercano di distruggerla o comunque di deformarla, la Chiesa, consapevole che il bene della società e di se stessa è profondamente legato al bene della famiglia (cfr. "Gaudium et Spes", 47), sente in modo più vivo e stringente la sua missione di proclamare a tutti il disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia, assicurandone la piena vitalità e promozione umana e cristiana, e contribuendo così al rinnovamento della società e dello stesso Popolo di Dio.
La situazione, in cui versa la famiglia, presenta aspetti positivi ed aspetti negativi: segno, gli uni, della salvezza di Cristo operante nel mondo; segno, gli altri, del rifiuto che l'uomo oppone all'amore di Dio.
Da una parte, infatti, vi è una coscienza più viva della libertà personale, e una maggiore attenzione alla qualità delle relazioni interpersonali nel matrimonio, alla promozione della dignità della donna, alla procreazione responsabile, alla educazione dei figli; vi è inoltre la coscienza della necessità che si sviluppino relazioni tra le famiglie per un reciproco aiuto spirituale e materiale, la riscoperta della missione ecclesiale propria della famiglia e della sua responsabilità per la costruzione di una società più giusta. Dall'altra parte, tuttavia non mancano segni di preoccupante degradazione di alcuni valori fondamentali: una errata concezione teorica e pratica dell'indipendenza dei coniugi fra di loro; le gravi ambiguità circa il rapporto di autorità fra genitori e figli; le difficoltà concrete, che la famiglia spesso sperimenta nella trasmissione dei valori; il numero crescente dei divorzi; la piaga dell'aborto; il ricorso sempre più frequente alla sterilizzazione; l'instaurarsi di una vera e propria mentalità contraccettiva.
Alla radice di questi fenomeni negativi sta spesso una corruzione dell'idea e dell'esperienza della libertà, concepita non come la capacità di realizzare la verità del progetto di Dio sul matrimonio e la famiglia, ma come autonoma forza di affermazione, non di rado contro gli altri, per il proprio egoistico benessere.
Merita la nostra attenzione anche il fatto che, nei Paesi del così detto Terzo Mondo, vengono spesso a mancare alle famiglie sia i fondamentali mezzi per la sopravvivenza, quali sono il cibo, il lavoro, l'abitazione, le medicine, sia le più elementari libertà. Nei Paesi più ricchi, invece, l'eccessivo benessere e la mentalità consumistica, paradossalmente unita ad una certa angoscia e incertezza per il futuro, tolgono agli sposi la generosità e il coraggio di suscitare nuove vite umane: così la vita è spesso percepita non come una benedizione, ma come un pericolo da cui difendersi.
La situazione storica in cui vive la famiglia si presenta, dunque, come un insieme di luci e di ombre.

ADORAZIONE SILENZIOSA E PAUSA DI RIFLESSIONE

Preghiamo insieme:
Ti preghiamo, Signore, per la nostra famiglia perché ci conosciamo sempre meglio e ci comprendiamo nei nostri desideri e nei nostri limiti.
Fa’ che ciascuno di noi senta e viva i bisogni degli altri e a nessuno sfuggano i momenti di stanchezza, di disagio, di preoccupazione dell’altro.
Che le nostre discussioni non ci dividano, ma ci uniscano nella ricerca del vero e del bene
Fa’, o Signore, che viviamo insieme i momenti di gioia e soprattutto, conosciamo Te e Colui che ci hai mandato, Gesù Cristo in modo che la nostra famigli non si chiuda in sé stessa, ma sia disponibile ai parenti, aperta agli amici, sensibile ai bisogni dei fratelli.
Fa’, o Signore, che ci sentiamo sempre parte viva della Chiesa in cammino e possiamo continuare insieme in Cielo il cammino che insieme abbiamo iniziato sulla terra.
Amen.

CANTO: IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE (Pag. 40)

Lett: Dalla Nota Pastorale del Card. G. Biffi – MATRIMONIO E FAMIGLIA
Diversità e comunione
Nella Trinità c'è una legge di esistenza e di vita che, almeno come ideale. deve risplendere in ogni sua icona creata, cioè in ogni famiglia umana. È la legge dell'assoluta diversità nella pienezza della comunione.
Il Padre è totalmente altro, nella sua paternità. dal Figlio; il Figlio. nel suo essere Figlio, è totalmente altro dallo Spirito. Ma la loro comunione è tanto assoluta e perfetta da essere - Padre e Figlio e Spirito Santo - la stessa unica infinita realtà.
Analogamente, nella famiglia umana come è stata pensata da Dio, lo sposo è totalmente diverso dalla sposa ed essere genitori è totalmente diverso dall'essere figli: ma sposo e sposa, genitori e figli devono essere un'unica cosa nell'unità della casa. Il rispetto della singolarità e della irripetibilità delle persone non deve insidiare l'unità, e la ricerca quotidiana dell'unità non deve soffocare l'originalità inedita di ciascuno dei componenti. Ciascuno ha un volto, un cuore, un'anima sua, e dall'unità dei volti, dei cuori, delle anime nasce e sussiste il miracolo della famiglia.
Le alterazioni del progetto
Dio dunque vive così: nella diversità delle persone e nell'assoluta unità dell'essere. della potenza, dell'azione. E alla divina realtà si ispira il disegno che Dio ha pensato per noi.
Ma noi siamo sempre tentati di sovrapporre al disegno del grande Artista i nostri scarabocchi, che spesso sono rovesciamenti integrali della prospettiva originaria. Invece di avvalorare i pregi della singolarità personale ci proponiamo il livellamento, invece di mirare a fonderci nell'unità, esasperiamo l'individualismo. Così, mentre dovremmo sforzarci di capire e apprezzare la diversità nella comunione, arriviamo a enfatizzare l'uguaglianza nella estraneità.
L'uomo, si dice, è uguale alla donna: devono avere le stesse funzioni, gli stessi compiti, lo stesso tipo di vita, in modo da essere interscambiabili. I padri e i figli devono essere messi sullo stesso piano: tutti devono giudicare, decidere, comportarsi esattamente nello stesso modo.
In questa maniera il progetto divino è capovolto, e la famiglia, uscita dai binari che sono stati predisposti per lei, procede nella storia tra crescenti disagi. La sua salvezza starà nel ritrovare il disegno nativo, che ha la sua fonte nella Trinità eterna e la sua esemplare attuazione creata nella famiglia di Nazaret.
La famiglia di Nazaret
Il Figlio di Dio, facendosi uomo, ci ha rivelato il segreto della vita intima di Dio come vita interpersonale per far entrare incredibilmente anche noi nel concerto ineffabile delle divine relazioni. Ma, proprio in vista di questo scopo, si è abbassato a partecipare della nostra povertà, immettendosi personalmente nell'umile realtà della famiglia umana. Così l'ha manifestata a se stessa e le ha dato una significazione più trasparente.
Nella contemplazione della famiglia di Nazaret la lettura di tutti i valori soprannaturali delle nostre compagini familiari diventa più agevole e si fanno più facilmente imitabili le prerogative, che non dovrebbero mancare mai nelle case, dell'amore vicendevole, della pace, della ricerca affettuosa di Dio e della sua volontà, dell'attenzione ai fratelli.
Lo sguardo orante alla Santa Famiglia non sarà dunque per le nostre famiglie una delle tante devozioni: offrirà un mezzo efficacissimo di pensarsi e di vivere secondo la propria soprannaturale identità.

ADORAZIONE SILENZIOSA E PAUSA DI RIFLESSIONE

Preghiamo insieme: COME NELLA CASA DI NAZARETH
Il Tuo unico Figlio, venendo ad assumere
la nostra condizione di uomini,
volle far parte di una famiglia
per esaltare la bellezza dell’ordine da Te creato
e riportare la vita familiare alla dignità
alta e pura della sua origine.
Nella casa di Nazareth regna
l’amore coniugale intenso e casto;
rifulge la docile obbedienza del Figlio di Dio
alla Vergine Madre e a Giuseppe,
l’uomo giusto a Lei sposo,
e la concordia dei reciproci affetti
accompagna la vicenda
di giorni operosi e sereni.
O Sacra Famiglia nascosta
ai grandi della terra
e alla fama del mondo,
più nobile per le sue virtù
che non per la sua
discendenza regale!
In essa, o Padre, hai collocato
le arcane primizie
della redenzione del mondo.
Per questo disegno di grazia,
mentre guardiamo
con venerazione e speranza
gli esempi della Santa Famiglia,
eleviamo a Te, o Padre,
la nostra lode di figli.
(dalla Liturgia Ambrosiana)

CANTO:GIOVANE DONNA (pag. 22)

Lett. AMATE LA FAMIGLIA
Un parti­colare sforzo a questo riguardo (a salvare ed a promuovere i valori e le esigenze della famiglia n.d.r.) sento di dover chiedere ai figli della Chiesa.
Essi, che nella fede conoscono pienamente il meraviglioso disegno di Dio, hanno una ragione in più per prendersi a cuo­re la realtà della famiglia in questo nostro tempo di prova e di grazia. Essi devono amare in modo particolare la famiglia. È questa una consegna concreta ed esigente.
Amare la famiglia significa saperne stimare i valori e le possibilità, promuovendoli sempre.
Amare la famiglia significa individuare i pericoli ed i mali che la minacciano, per poterli superare. Amare la famiglia significa adoperarsi per crearle un ambiente che favorisca il suo sviluppo. E, ancora, è forma eminente di amore ridare alla famiglia cristiana di oggi, spesso tentata dallo sconforto e angosciata per le accresciute difficoltà, ragioni di fiducia in se stessa, nelle proprie ricchezze di natura e di grazia, nella missione che Dio le ha affidato.
Bisogna che le famiglie del nostro tempo riprendano quo­ta! Bisogna che seguano Cristo! Spetta altresì ai cristiani il compito di annunciare con gioia e convinzione la buona novella sulla famiglia, la quale ha un assoluto bisogno di ascoltare sempre di nuovo e di comprendete sempre più a fondo le parole autentiche che le rivelano la sua identità, le sue risorse interiori, l'importanza del­la sua missione nella città degli uomini, e in quella di Dio.
Per misterioso disegno di Dio, nella famiglia è vissuto nascosto per lunghi anni il Figlio di Dio: essa è dunque prototipo ed esem­pio,per tutte le famiglie cristiane. E quella Famiglia, unica al mondo, che ha trascorso un'esi­stenza anonima e silenziosa in un piccolo borgo della Palestina; che è stata provata dalla povertà, dalla persecuzione, dall'esilio; che ha glorificato Dio in modo incomparabile alto e puro, non man­cherà di assistere le famiglie cristiane, anzi tutte le famiglie del mondo, nella fedeltà ai loro doveri quotidiani, nel soppor­tare le ansie e le tribolazioni della vita, nella generosa apertura verso le necessità degli altri, nell'adempimento gioioso del piano di Dio nei loro riguardi.
Che San Giuseppe, «uomo giusto», lavoratore instancabile, custode integerrimo dei pegni a Lui affidati, le custodisca, le protegga, le illumini sempre.
Che la Vergine Maria, come è Madre della Chiesa, così anche sia la Madre della «Chiesa domestica», e, grazie al suo aiuto materno, ogni famiglia cristiana possa diventare vera­mente una «piccola Chiesa», nella quale si rispecchi e riviva il mistero della Chiesa di Cristo.
Sia Lei, l'Ancella del Signore, l'esempio di accoglienza umi­le e generosa della volontà di Dio; sia Lei, Madre Addolorata ai piedi della Croce, a confortare le sofferenze e ad asciugare le lacrime di quanti soffrono per le difficoltà delle loro fami­glie.
E Cristo Signore, Re dell'universo, Re delle famiglie, sia presente, come a Cana, in ogni focolare cristiano a donare luce, gioia, serenità, fortezza.
A Lui chiedo che ogni famiglia sappia generosamente porta­re il suo originale contributo all'avvento nel mondo del suo Regno, «Regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giusti­zia, di amore e di pace», verso il quale è in cammino la storia.
A Gesù Cristo, a Maria, a Giuseppe affido ogni famiglia. Alle loro mani e al loro cuore presento questa esortazione: siano Essi a porgerla a Voi, venerati Fratelli e diletti figli, e ad aprire i vostri cuori alla luce che il Vangelo irradia su ogni famiglia. (da un discorso di Giovanni Paolo II)

ADORAZIONE SILENZIOSA E PAUSA DI RIFLESSIONE

A cori alterni, maschi e femmine, ( Salmo 34, 1-9)
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.
Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono e li salva.
Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.
(tutti) Gloria al Padre…..

ADORAZIONE SILENZIOSA E PAUSA DI RIFLESSIONE

Sac. Invochiamo Dio nostro Padre, dal quale ha origine ogni bontà e ogni paternità, perché aiuti quanti si amano a crescere nell’amore. ASCOLTACI, SIGNORE
Lett. Per quanti si sono uniti in matrimonio, perché la loro unione sia sempre segno dell’amore di Cristo per la sua Chiesa
Lett. Per quanti si preparano al matrimonio, perché sappiano confidare sempre nel Signore, soprattutto nei momenti di difficoltà
Lett. Per le famiglie cristiane, perché sappiano essere sempre aperte e generose verso le necessità dei fratelli in difficoltà
Lett. Per le coppie in crisi, per le famiglie dove non regna più la pace e l’armonia, perché la grazia del Signore possa efficacemente operare, anche attraverso la sensibilità e la vicinanza di famiglie e della comunità cristiana.
Lett. Per i giovani e i fidanzati, perché siano coscienti della grandezza del matrimonio e della famiglia, e si preparino responsabilmente a costruire comunità domestiche secondo lo spirito del Vangelo
Cel: Ed ora insieme preghiamo come il Signore Gesù ci ha insegnato: Padre Nostro…..

Cel. O Dio, fonte della vita, che nel grande mistero del tuo amore hai consacrato il patto coniugale come simbolo dell’unione di Cristo con la Chiesa, benedici e conferma nell'indissolubile comunità di amore e di vita tutti gli sposi cristiani, in particolare quelli della nostra comunità parrocchiale; purifica ed accresci il loro amore con la forza del tuo Spirito, fa' che siano testimoni e collaboratori della carità nella quale cresce e si edifica la tua famiglia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

CANTO: ADORIAMO IL SACRAMENTO (pag.2)

BENEDIZIONE EUCARISTICA

(insieme) ACCLAMAZIONI
Dio sia benedetto
Benedetto il Suo Santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo
Benedetto il Nome di Gesù
Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore
Benedetto il Suo Preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell’altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima
Benedetta la Sua Santa ed Immacolata Concezione
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre
Benedetto San Giuseppe, Suo castissimo sposo
Benedetto Iddio nei Suoi Angeli e nei Suoi Santi.

CANTO FINALE: E’ BELLO LODARTI SIGNORE (Pag. 27)

IL DONO DI NOZZE DA PARTE DI DIO

"La creatura che hai al fianco è mia. Io l'ho creata .
Io le ho voluto bene da sempre, prima di te e più di te.
Per lei non ho esitato a dare la mia vita. Te la affido.
La prendi dalle mie mani e ne diventi responsabile.
Quando l'hai incontrata l'hai trovata amabile e bella.
Sono le mie mani che hanno plasmato la sua bellezza,
è il mio cuore che ha messo in lei tenerezza ed amore,
è la mia sapienza che ha formato la sua sensibilità ,
la sua intelligenza e tutte le qualità che hai trovato in lei.
Ma non puoi limitarti a godere del suo fascino.
Devi impegnarti a rispondere ai suoi bisogni, ai suoi desideri .
Ha bisogno di serenità e di gioia, di affetto e di tenerezza,
di piacere e di divertimento, di accoglienza e di dialogo,
di rapporti umani, di soddisfazione nel lavoro, e di tante altre cose.
Ma ricorda che ha bisogno soprattutto di Me.
Sono Io, e non tu, il principio, il fine, il destino di tutta la sua vita.
Aiutala ad incontrarmi nella preghiera , nella Parola ,
nel perdono, nella speranza . Abbi fiducia in Me.
La ameremo insieme. Io la amo da sempre.
Tu hai cominciato ad amarla da qualche anno,
da quando vi siete innamorati .
Sono Io che ho messo nel tuo cuore l'amore per lei.
Era il modo più bello per dirti "Ecco te l'affido
Gioisci della sua bellezza e delle sue qualità"
Con le parole "Prometto di esserti fedele, di amarti e
rispettarti per tutta la vita"
è come se mi rispondessi che sei felice di accoglierla
nella tua vita e di prenderti cura di lei.
Da quel momento siamo in due ad amarla.
Anzi Io ti rendo capace di amarla "da Dio",
regalandoti un supplemento di amore
che trasforma il tuo amore di creatura e lo rende simile al mio.
E' il mio dono di nozze: la grazia del sacramento del matrimonio.
Io sarò sempre con voi e farò di voi gli strumenti del mio amore e
della mia tenerezza:
continuerò ad amarvi attraverso i vostri gesti d'amore"

 

Torna alla pagina dei gruppi